L’insieme dei saggi raccolti in questo volume ricostruisce i punti più recenti di un dibattito classico all’interno della storia dell’antropologia che negli ultimi anni ha trovato grande eco anche in discipline contigue quali la filosofia, la sociologia, l’architettura, la psicologia o gli studi in ambito tecnologico, oltre che nella storia e nell’archeologia: qual è il rapporto tra l’uomo e l’infinito numero di oggetti che compongono la sua vita quotidiana? Cosa trasforma un oggetto in oggetto d’arte, simbolo identitario, strumento di potere, mezzo di distinzione sociale, luogo di memoria, oggetto di valore e oggetto senza alcun valore pronto per essere gettato via? Come la cultura e le relazioni tra uomini prendono forma attraverso il mondo delle cose che ci circonda? Cosa possono dirci le forme di scambio e circolazione di beni sui modi in cui si costruiscono relazioni sociali all’interno di un gruppo e nei rapporti tra mondi diversi? Come la materialità si lega con il campo dell’immaginario e dell’azione sociale? Questi e altri interrogativi compongono il vasto campo di studi sulla cultura materiale, che in questa rassegna ci portano ad analizzare i sistemi di scambio regionale in Papua Nuova Guinea, la passione coloniale per il collezionismo dell’esotico, i culti cargo, il mistero e il valore del denaro, i processi di mercificazione in Tanzania, la diffusione dei telefoni cellulari in Jamaica, la globalizzazione del sushi, per giungere infine all’arte dei nativi australiani.
L'autore
Luca Ciabarri insegna Antropologia culturale presso l’Università degli Studi di Milano. Ha svolto indagini sul campo in Somalia, nel Corno d’Africa e in Italia interessandosi ai temi della migrazione forzata e dei corridoi migratori verso l’Europa. Nelle nostre edizioni ha curato I rifugiati e l'Europa (2016), Antropologia culturale (con S. Allovio e G. Mangiameli, 2018) e Cultura materiale (2018) e L'imbroglio mediterraneo (2020).